Lavori d’autunno in giardino / 2019

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Tempo di organizzarsi per i lavori autunnali in giardino. In verità qui da noi il caldo ci ha messi a dura prova fino a poche ore fa: dopo tre mesi di canicola e siccità, solo questo pomeriggio abbiamo assistito ad un po’ di pioggia, e l’aria sembra finalmente più fresca.

Ho intenzione di ridurre al minimo il lavoro in terrazzo (ed in casa) per dedicare più tempo al giardino. I prossimi mesi mi occuperò della pulizia di viali, sentieri e aiuole, dell’estirpamento di sambuchi, allori e fichi nati un po’ ovunque fuori posto, e di rimettere in forma le siepi di bosso.

Taglierò gli steli dei clerodendri, che quest’anno sbagliando ho tenuto troppo alti, sperando in un’ultima fioritura prima dell’inverno.

Studierò il modo di intervenire sui limoni in cortile che da anni ormai sono attaccati dalle cocciniglie che ricoprono i frutti di una sostanza bianca e appiccicosa lasciando poi il posto alla fumaggine.

Terrò d’occhio le mele cotogne per raccoglierle prima che comincino a macchiarsi. E l’avocado, sperando che fruttifichi come quell’autunno straordinario di qualche anno fa.

Mi dedicherò alla sezione tropicale…Vanno eliminate le foglie rovinate di tetrapanax papyrifer, kenzie e strelitzie ed ogni traccia di erba miseria di cui qui, nonostante l’adori in ogni altra aiuola del giardino, non voglio vedere neanche l’ombra.

Cercherò infine un modo di tenere i piccioni lontani dal fienile. Fino a non molto tempo fa erano bastate le reti sulle finestre a scoraggiarli ad entrare. Ora che hanno preso coraggio, entrano tranquillamente dalla porta!


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Non invecchierai…

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Mi ritorna spesso alla mente la sequenza di un antico racconto russo letto di recente in cui una specie di strega di nome Baba Yaga raccomanda a Vassilissa, protagonista della vicenda e di cui viene narrata una sorta di iniziazione, di non chiedere più del necessario: “Se troppo saprai, presto invecchierai…”.

Avevo già riflettuto in passato sul pericolo del raggiungimento della saggezza anzitempo, e mi era già molto chiaro che non si dovesse andare al di là di un certo limite rispetto alla sete di conoscenza. Anche nel percorso verso la sapienza bisogna trovare un equilibrio, che spesso significa fermarsi prima di raggiungere la piena comprensione delle cose.

A volte è difficile conservare lo stupore, soprattutto quando per indole e per mestiere si è portati ad analizzare le cose da ogni punto di vista, finché un’idea, una questione non viene del tutto sviscerata. Eppure dobbiamo trovare anche il modo di fermarci. Ognuno il suo. Il mio è cercare il contatto con la natura. Quando scendo in giardino o faccio una passeggiata in montagna, le sentinelle che nella mia testa sono perennemente sull’attenti, trovano finalmente un po’ di riposo. Non che il giardino sia privo di occasioni di inoltrarsi attraverso sentieri bui e tortuosi alla ricerca dei segreti dell’esistenza, ma l’atteggiamento mio qui non è quello dello studioso, ma piuttosto di un bambino che accoglie i misteri della natura con meraviglia e gratitudine.

E voi, con quale atteggiamento vi ponete nei confronti della natura? Quali modi avete per conservare lo stupore di fronte alla vita?

Dolce autunno

È bastata un po’ di pioggia e in una settimana il giardino è tutto rinverdito! Il Clerodendrum bungei è tornato a fiorire, dimostrandomi che forse non ho sbagliato a trattenere le cesoie quando alla fine dell’estate gli steli apparivano arsi da un’afa oltremodo prolungata. La pazienza del giardiniere… ed intanto ora è tutto un rifiorire di capolini rosa su steli altissimi che invogliano ad addentrarsi in mezzo alle bordure abbandonando i sentieri, per guardare la luce trasparire dall’alto attraverso foglie leggere e ruvide, mentre coppie di farfalle variopinte svolazzano intorno come mai negli ultimi anni, ed il canto degli uccelli ci illude di trovarci in un luogo sperduto di chissà quale riserva naturale e non in un giardino in centro città. Solo le campane dell’Annunziata improvvisamente ci offrono un collegamento con l’esterno, ma è dolce sentire anche loro, e sperare che i sentimenti di pace e gratitudine suscitati da tale bellezza li si possa esprimere attraverso i nostri sguardi e le nostre parole per il mondo.

Giardino Amore Mio 2017

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Sono molto lieta di annunciarvi che sabato 7 ottobre 2017 si svolgerà la seconda edizione di “Giardino Amore Mio”, incontro di promozione della cultura del verde. L’evento avrà luogo nell’antico giardino di Palazzo Tartaglione, dimora storica scelta dal FAI-Fondo Ambiente Italiano come luogo di interesse culturale. Trovate tutte le informazioni su www.palazzotartaglione.it.

Vi aspetto!

Riconoscimento erbe aromatiche spontanee e piccoli alberi

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Un’altra attività tra le mie preferite di fine vacanza è il riconoscimento delle erbe aromatiche spontanee. La siccità di quest’estate sembrava aver distrutto ogni filo d’erba, e invece sul manto dorato che ricopre la campagna comincia a spuntare un po’ di verde. Ed è spesso un verde molto, molto profumato!

Nei luoghi che frequento abbonda il finocchietto selvatico (lo vedete in video). Di solito lascio che i fiori appassiscano e comincino a formarsi i semini, per raccogliere i capolini e utilizzarli per un liquore delizioso e digestivo. Poi c’è la menta, di diverse specie, e la melissa, che uso per bibite rinfrescanti e tisane. 

Durante le mie passeggiate in natura il riconoscimento botanico riguarda non solo le erbe aromatiche, ma anche i piccoli alberi che è possibile individuare solo ora che intorno è tutto giallo e secco. Oltre a infinite baby querce e agli indesiderati ailanti, è ogni volta una gioia scoprire piccoli noci che sono sopravvissuti al decespugliatore! Lo scorso anno ne ho portato uno con me in città, riuscendo a evitargli il trauma del trapianto che per il noce può essere letale. Ora è tra i miei orgogli sul balcone di casa in compagnia di alberelli di ginkgo biloba e di maclura pomifera.

I video di questo post sono mie storie di Instagram. Non dimenticate di seguirmi anche lì! Il mio profilo è @delizieingiardino.

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A presto!

Cheesecake al bicchiere


La mia estate si conclude quasi sempre in montagna, dove una delle mie attività preferite è la raccolta delle more. Mi piace mangiarle appena colte quando sono belle mature, oppure su pane e ricotta, o ancora farci una bella cheesecake! E poiché in vacanza può capitare di non ritrovarsi tutti gli arnesi e gli ingredienti di cucina per farla a dovere, allora la faccio al bicchiere: i biscotti vanno sbriciolati grossolanamente e quindi va benissimo inserirli in una bustina da congelatore e frantumarli anche solo con le mani oppure con un matterello o con la base di un bicchiere; inoltre, non serve la gelatina perché non dobbiamo sformare le tortine, essendo queste monoporzione. 

Dolce perfetto per gli amanti dei dessert a base di latticini (come mio marito) e per gli amanti delle passeggiate in natura con annessa raccolta frutti (come me! 😊)

Ingredienti per 6 bicchieri
Per la parte croccante: 200 g biscotti secchi, 100 g burro

Per la parte morbida: 250 g mascarpone, 1 vasetto yogurt bianco light, 200 g crema di formaggio spalmabile light, 5 cucchiai colmi di zucchero a velo

Per la parte succosa: 2 bicchieri di more, 2 cucchiai di zucchero, qualche goccia di limone, 2 cucchiai d’acqua

Per la presentazione: 1 bicchiere di more a freddo, un po’ di zucchero a velo, qualche fogliolina verde di melissa o altra erba aromatica dolce

Esecuzione

Sbriciolare i biscotti e mescolarli al burro fuso. A parte preparare la crema mescolando i latticini. Mettere sul fuoco more, zucchero, succo di limone e acqua. 

Riempire i bicchieri con strati di biscotti, crema, more-succo.

Chiudere con more a freddo mescolate con un po’ di zucchero a velo e foglioline di melissa.

Amarene sciroppate

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È tempo di amarene! C’è da ricordarsene per tempo e provvedere in fretta ad ordinarle al proprio fruttivendolo di fiducia perché basta un attimo di distrazione e si rischia di non trovarne più in giro! 

Quest’anno, per fortuna, non abbiamo avuto temporali improvvisi che avrebbero potuto guastare irrimediabilmente i frutti, così questi si presentano così belli integri che non possiamo assolutamente perdere l’occasione di riempire la dispensa di amarene sciroppate! Già pregusto la prossima festa di San Giuseppe, quando me ne servirò per le zeppole, sempre che non finiscano prima a furia di accompagnarle a creme e gelati! :)

Amarene sciroppate 

1 kg amarene (pulite e denocciolate); 750 g zucchero.

Lavare, pulire, e denocciolare le amarene; coprirle con lo zucchero; lasciar macerare per 24 ore circa; mettere su fuoco medio; prima che i frutti si sfaldino (dopo circa 7/8 minuti dall’ebollizione sollevarli con una schiumarola e versarli nei barattoli; continuare la cottura dello sciroppo facendolo addensare (15/20 minuti circa); versare lo sciroppo ancora bollente nei barattoli fino a coprire le amarene; tappare i barattoli e capovolgerli su un canovaccio fino a raffreddamento; conservare lo sciroppo avanzato per dissetanti bibite estive. 

Un angolo verde in terrazzo

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Sapete quanto tengo al mio giardino, quello di città, come quello di campagna, ma è su un piccolo balcone/terrazzo che passo la maggior parte del mio tempo libero, ed è qui che riesco a monitorare in modo preciso i miei esperimenti botanici. 

Quando ho cominciato ad occuparmi di questo spazio, era uno luogo completamente privo di piante, ed è stato bello vederlo riempirsi via via negli anni delle mie essenze preferite o di quelle che semplicemente mi incuriosivano. 

Ciò che ho trovato molto utile è stata la decisione di ragionare in altezza, ovvero su come riempire le pareti anziché il pavimento, sia considerando le piccole dimensioni del terrazzo, sia perché ci tenevo a creare uno spazio in cui il verde fosse ad altezza degli occhi.

Una volta presa tale decisione, ho cominciato a procedere un passettino per volta, disegnandomi nella mente e sulla carta dei piccoli quadri vegetali e poi realizzandoli pian piano.

In foto vedete l’ultimo pezzetto di terrazzo su cui ho lavorato. Mi piaceva l’idea di veder circondata la fontanina di verde e che ciò accadesse in fretta, così ho scelto piante dalla crescita veloce, come il polygonum aubertii che vedete sulla sinistra ed una succulenta sulla destra (cresciuta da una talea raccolta per strada). Sulla parte inferiore ho voluto una ligularia perché mi dà l’idea di una pianta acquatica che dunque nelle vicinanze di una fontana funziona bene. Infine un asparagus setaceus per riempire gli spazi vuoti.

La danza dei lillà

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Sono stata alla casa in collina. La bellezza dei giardini di campagna è commovente. Mancavo da mesi. Il vicino si è diligentemente preso cura del suo campo: in modo puntuale avrà provveduto a rivoltare il terreno e anche a seminarlo, dunque l’aspetto di quel lato verso la valle è quello che ho imparato ad aspettarmi ogni volta che arrivo. C’è invero una novità: due tralicci della corrente elettrica, per fortuna abbastanza distanti per doversene rammaricare.

Il sorbo degli uccellatori, quello che credevo morto, ha delle foglioline alla base del tronco. Si riprenderà? Dovrà fare i conti con l’andamento delle prossime stagioni, e con il suo essere capitato in un giardino di campagna, dove la mano dell’uomo sulle piante che si coltivano solo per abbellimento è una mano leggera, di chi impiega tutto il suo tempo nell’orto oppure di chi come me vi si reca solo per vacanza.

Poteva essere più fortunato il sorbo, che so, capitare in un giardino coccolato di un collezionista botanico, di un proprietario attento ad ogni piccolo spostamento di ogni singola foglia delle piante ospiti del suo giardino. Ma è proprio questo giardino libero che riserva emozioni così grandi da far tremare il cuore. Come una siepe di lillà di cui nessuno ha cura, carica di fiori che meravigliosi e morbidi ondeggiano al vento, in una danza che si starebbe a guardare per ore in un giorno in cui si è deciso di non pensare ad altro che a quello che è al di fuori di se stessi…

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Come potare Ortensia Hydrangea Annabelle

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Ho potato più tardi del solito le ortensie dell’aiuola contro la parete esterna del muro di cinta del giardino. Si tratta precisamente di piante di Hydrangea arborescens Annabelle. Anziché intervenire entro febbraio, come mi ero imposta, le ho potate a marzo, precisamente il 17. Ero un po’ preoccupata del ritardo, ma non più di tanto in verità, dato che la fioritura dell’Hydrangea arborescens Annabelle avviene sui rami dell’anno e quindi non sarebbe stata pregiudicata da un intervento non proprio attentissimo. Ho comunque aspettato fino ad oggi per pubblicare il video che vedete qui sotto, poiché volevo prima accertarmi che fossero spuntati i nuovi capolini, cosa avvenuta regolarmente negli ultimi giorni.

Spero che il video vi piaccia e che possa trasmettervi il messaggio che con alcune piante non è necessario che ci comportiamo sempre come giardinieri perfetti… evviva! :)

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